Approfondimenti | 25 Luglio 2023 | Autore: Cristina Palumbo

ADAS: la sicurezza a portata di mano

Sui veicoli di nuova generazione sono sempre più diffusi i sistemi di assistenza alla guida (ADAS), sviluppati con l’obiettivo di ridurre gli incidenti e rendere più sicure le nostre strade, ma anche di rendere sempre più sicura l’innovazione tecnologica della guida autonoma.


Gli ADAS, acronimo di Advanced Driver Assistance Systems, ovvero tutti quei sistemi di sicurezza a disposizione del guidatore per aiutarlo a rendere sempre più sicuro il suo viaggiare su strada, sono sempre più numerosi, sempre più sofisticati e sempre più da tenere in considerazione quando si interviene su una vettura (o furgone o mezzo pesante).
Se infatti chi compra un’auto oggi forse nemmeno è consapevole di quanti sistemi esistono e di come funzionano, è invece importante per gli autoriparatori sapere non solo che esistono, ma anche comprendere perché non vanno trattati come altri dispositivi elettronici presenti a bordo.

Il punto è che quando, ad esempio, si interviene su un parabrezza, un parafango, un braccetto dello sterzo, magari senza un intervento particolarmente gravoso, è importante sapere se questo elemento concorre a determinare l’entrata in funzione di un dispositivo ADAS e se è necessario rifare la calibrazione.
Il classico esempio che si fa è quello del parabrezza: se si deve sostituire un parabrezza rotto, infatti, una volta (sulle auto più datate è ancora così) ci si limitava a cambialo. Oggi, invece, poiché nel parabrezza sono integrati dei sensori, dopo la sostituzione è fondamentale procedere con la calibrazione.

Meno evidente può essere invece il classico “urto sul marciapiede”, che in base alla forza dell’urto può determinare una variazione d’assetto del veicolo che comporta la necessità di riparazione e soprattutto di ricalibrazione.
Ma procediamo con ordine per fare un po’ di chiarezza sui sistemi ADAS

Tutti i dispositivi al servizio della sicurezza

Il funzionamento degli ADAS si basa su una serie di dispositivi che possono anche lavorare insieme per dare alle centraline tutte le informazioni necessarie per stabilire se attivare o meno il sistema di assistenza alla guida.
Pensiamo ad esempio al PA (Pedestrian Alert), sistema di rilevamento pedoni, che utilizza contemporaneamente i dati della videocamera e dei radar per visualizzare la presenza di un ostacolo e determinarne la distanza.

Esistono dunque diversi dispositivi che rilevano informazioni diverse, che vengono poi convogliate alle centraline ed elaborate dai sistemi ADAS per attivare le diverse funzioni, come ad esempio, il mantenimento di corsa, la frenata di emergenza, il cruise control adattivo, il riconoscimento della segnaletica stradale, il sensore dell’angolo cieco, eccetera.

I vari sensori dunque, che sono collocati in posizioni diverse sul veicolo, comprendono diverse tipologie di prodotto. Ad esempio esistono i sensori ultrasonici, che inviano impulsi acustici e misurano il tempo che impiegano a raggiungere l’oggetto, che a sua volta li riflette e vengono posizionati all’altezza del fascione del paraurti.
Ci sono poi le telecamere tradizionali, per una visione frontale, e quelle stereo, che sono in grado anche di rilevare la profondità di ciò che vedono, collocati tendenzialmente in zona parabrezza, specchietti o sul retro del veicolo.

I radar, che funzionano con le onde radio, permettono di misurare distanze e velocità e sono solitamente posizionati sui paraurti; possono essere a corto raggio e lungo raggio e dunque forniscono informazioni a sistemi diversi, dal parcheggio alla frenata di emergenza al cruise control adattativo.
Esistono infine i lidar (light detection and ranging, cioè rilevamento luminoso e misurazione della distanza), che rappresentano una ulteriore evoluzione dei diversi sensori di rilevamento, in quanto permettono di prendere in considerazione più elementi contemporaneamente, riuscendo a misurare la distanza di oggetti fermi e in movimento. 

ADAS: il perché della calibrazione

Visto che la tecnologia degli ADAS è molto sofisticata, è importante capire che questi sistemi vengono installati su un veicolo devono essere “settati” in base al veicolo stesso, perché il loro posizionamento (ad esempio l’altezza da terra) è diverso se si tratta di un SUV o di una city car.
Questa è una informazione da tenere a mente sempre, perché per funzionare correttamente ed essere efficaci in termini di sicurezza stradale, che poi è il motivo per cui sono stati implementati, devono non soltanto essere funzionanti, ma adeguatamente tarati.

Facciamo un esempio. Se io cambio un radar perché si è rotto, ad esempio a causa di un piccolo tamponamento, non basta sostituirlo con una nuovo perché il sistema ADAS funzioni correttamente, ma è necessario procedere con la calibrazione. Di fatto vanno reimpostati tutti i parametri indicati dal costruttore auto per quel modello di vettura. Praticamente è come se dicessimo al sensore dove si trova perché possa prendere la giusta misurazione.
Se si urta il marciapiede, come dicevamo all’inizio, potrebbe essere cambiato l’assetto del veicolo e il sensore a quel punta parte da un “punto zero” di misurazione che non è più quello reale e potrebbe considerare più vicino o più lontano un ostacolo, impedendo l’attivazione o azionando un dispositivo quando non è necessario e contribuire così a far accadere un incidente piuttosto che evitarlo.

La calibrazione, a seconda di quanto stabilito dal costruttore auto, può essere statica, dinamica o mista.
Quella statica si fa in officina, con uno strumento di calibrazione, mentre quella dinamica si fa su strada, viaggiando a una determinata velocità per un certo lasso di tempo, così che il sistema proceda per autoapprendimento alla calibrazione. Quella mista, invece, richiede entrambe le esecuzioni, come dire che si imposta in officine e si conclude poi su strada. 

Quali sono gli ADAS obbligatori?

Sempre più diffusi questi sistemi di assistenza alla guida non sono più un optional esclusivo delle auto alto di gamma come in passato, ma ci sono normative europee che ne regolano l’adozione, in nome di una sempre maggior sicurezza su strada, con l’obiettivo di azzerare entro il 2050 le morti causate da incidenti stradali (Vision Zero).
Innanzitutto specifichiamo che gli ADAS nascono per prevenire gli incidenti e dunque vengono definiti sistemi di sicurezza attivi, e grazie alle nuove tecnologie i costruttori auto stanno sviluppando sistemi di ogni genere, in previsione del loro utilizzo sulle auto a guida autonoma.

I primi sistemi ADAS resi obbligatori e che hanno integrato i sistemi di sicurezza “tradizionali”, come le cinture o gli Airbag, son stati il sistema frenante anti-bloccaggio (ABS) e il controllo elettronico della stabilità (EPS).
I sistemi ADAS più diffusi, oramai disponibili anche su vetture di qualche anno e non necessariamente di lusso, sono ad esempio il Cruise Control Adattativo, che oltre a permettere di impostare una velocità di crociera, riconosce la distanza dal veicolo che precede; l’avviso di collisione e la frenata automatica di emergenza; il sensore dell’angolo cieco; il TPMS (obbligatorio dal 2014) per il monitoraggio dei pneumatici; i sensori di retromarcia.

Il Regolamento Europeo 2019/2144, denominato anche General Safety Regulation (GSR), l’ultimo pubblicato su in tema di sicurezza generale e protezione degli occupanti dei veicoli e degli altri utenti vulnerabili della strada, e che dunque modifica, integra o sostituisce i precedenti regolamenti, rende obbligatoria l’installazione di alcuni nuovi sistemi di assistenza alla guida rispetto a quanto già decretato.

A partire dal 6 luglio 2022, dunque, per le auto di nuova omologazione e dal 2024 per quelle di nuova immatricolazione saranno obbligatori i seguenti sistemi aggiuntivi: limitatore intelligente di velocità (ISA, Intelligent Speed Assistance), che adatta la velocità del veicolo in base ai limiti vigenti su quel tratto di strada; assistenza al mantenimento di corsia (LKA, Lane Keeping Assist), che mantiene il veicolo all’interno della corsia quando si supera la linea della carreggiata; frenata autonoma d’emergenza (AEB, Autonomous Emergency Braking), che rallenta il veicolo fino a fermarlo in caso di rischio di collisione; rilevamento stanchezza e distrazione del conducente (DMS, Driver Monitor System), che è in grado di rilevare il livello di attenzione del guidatore analizzando il movimento degli occhi, così da evitare colpi di sonno; etilometro con blocco dell’avviamento (AlcoLock), che impedisce l’avvio del motore nel caso in cui il guidatore sia in stato di ebbrezza; telecamera posteriore di assistenza in retromarcia e scatola nera (EDR, Event Data Recorder), che memorizza una serie di dati relativi all’andamento del veicolo.

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