News | 16 Marzo 2020 | Autore: Alessandro Margiacchi

Coronavirus: il giusto compromesso tra salute e riparazione

In questo periodo storico non è semplice decidere se rimanere aperti, e garantire i servizi di assistenza, o chiudere e salvaguardare la propria salute. Per chi decidesse di rimanere aperto, abbiamo riassunto i concetti chiari da tenere a mente.
 

Con l’entrata in vigore dell’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), che è stato firmato l’11 marzo scorso, sappiamo che in Italia sono state chiuse tutte quelle attività ed esercizi commerciali che non vendono beni di prima necessità (negozi, ristoranti, bar…). Un provvedimento, come si legge sul Decreto, “ritenuto necessario per contenere e gestire l’emergenza epidemiologica da Covid-19”.

Per quanto riguarda il nostro settore, quello dell’autoriparazione in generale, il Governo ha da poco chiarito che tutti gli attori della filiera di riparazione possono rimanere aperti purchè adottino le precauzioni previste dalla Legge. Questo significa: limitare il contatto con i clienti e adottare le necessarie precauzioni sanitarie (rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, utilizzo di guanti e mascherine sanitarie di protezione); favorire, ove possibile, l’attività di vendita per corrispondenza e via internet di parti e accessori di ricambio.

Il tema della sicurezza

Il messaggio, dunque, è il seguente: “si può lavorare, ma lo si deve fare in sicurezza”.
Un principio, quest’ultimo, che è anche alla base del “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”, firmato anche da Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato.

Il Protocollo è stato sottoscritto dalle parti sociali e dal Governo il 14 marzo: un’intesa articolata in 13 punti in cui si sottolinea che “La prosecuzione delle attività produttive può avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livello di protezione”.

Soddisfatto il Premier, Giuseppe Conte, che dopo una lunga notte di discussioni ha twittato: “Per il bene del Paese, per la tutela della salute di lavoratrici e lavoratori. L'Italia non si ferma".
Soddisfatte anche le parti sociali coinvolte: "È un risultato molto importante in una fase che impone a tutti massima responsabilità nel garantire, prima di ogni altra cosa, la sicurezza e la salute dei lavoratori e delle lavoratrici" - sottolineano Cgil, Cisl, Uil in una nota congiunta, ribadendo che la salute di chi lavora è per le tre confederazioni "un’assoluta priorità che deve precedere qualunque altra considerazione economica o produttiva”.
Per leggere il commento della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (CISL) clicca qui.

Come dicevamo, Giorgio Merletti, che ha firmato suddetto Protocollo, ha dichiarato: “Con la firma del Protocollo, R.E TE. Imprese Italia conferma l’impegno per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori e degli imprenditori che continuano a svolgere la propria attività, con l’obiettivo di contenere la diffusione del virus e assicurare la prosecuzione delle attività produttive e dei servizi essenziali”.
 

I 13 punti del Protocollo

Dal sito Confartigianato è scaricabile il Protocollo, ma cosa prevede? Sono tredici i temi toccati dal "Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro". Il documento indica le misure di precauzione: ingressi in azienda, gestione degli spazi comuni, dispositivi di sicurezza e molto altro ancora.

Vediamo, quindi, i 13 punti e facciamo qualche esempio pratico (per la versione integrale del Protocollo clicca qui).
  1. Informazione: obbligo a casa con febbre oltre a 37.5.
  2. Modalità di ingresso in azienda: il personale, prima di entrare in sede, potrà essere sottoposto al controllo della temperatura corporea.
  3. Modalità di accesso dei fornitori esterni: per l’accesso di fornitori esterni individuare procedure di ingresso, transito e uscita, mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite, al fine di ridurre le occasioni di contatto con il personale in forza nei reparti/uffici coinvolti.
  4. Pulizia e sanificazione in azienda: l’azienda assicura la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti di lavoro e delle aree comuni e di svago.
  5. Precauzioni igieniche personali: è obbligatorio che le persone presenti in azienda adottino tutte le precauzioni igieniche, in particolare per le mani.
  6. Dispostivi di protezione individuale: le mascherine dovranno essere utilizzate in conformità a quanto previsto dalle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (data la situazione di emergenza, in caso di difficoltà di approvvigionamento e alla sola finalità di evitare la diffusione del virus, potranno essere utilizzate mascherine la cui tipologia corrisponda alle indicazioni dall’autorità sanitaria).
  7. Gestione spazi comuni (mense, aree fumatori, distributori di bevande…): l'accesso agli spazi comuni, comprese le mense aziendali, le aree fumatori e gli spogliatoi è contingentato, con la previsione di una ventilazione continua dei locali, di un tempo ridotto di sosta e con il mantenimento della distanza di sicurezza di 1 metro tra le persone.
  8. Organizzazione aziendale (turnazione, trasferte e smart work, rimodulazione dei livelli produttivi).
  9. Gestione entrata e uscita dei dipendenti: si favoriscono orari di ingresso/uscita scaglionati in modo da evitare il più possibile contatti nelle zone comuni (ingressi, spogliatoi, sala mensa)
  10. Spostamenti interni, riunioni, eventi interni e formazione: gli spostamenti all’interno del sito aziendale devono essere limitati al minimo indispensabile e nel rispetto delle indicazioni aziendali.
  11. Gestione di una persona sintomatica in azienda: nel caso in cui una persona sviluppi febbre e sintomi di infezione respiratoria (come la tosse), il soggetto lo deve dichiarare immediatamente all'ufficio del personale e si dovrà procedere al suo isolamento e a quello degli altri presenti dai locali.
  12. Sorveglianza sanitaria/medico competente/RLS: la sorveglianza sanitaria deve proseguire rispettando le misure igieniche contenute nelle indicazioni del Ministero della Salute (cd. decalogo).
  13. Aggiornamento del protocollo di regolamentazione: È costituito in azienda un Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione con la partecipazione delle rappresentanze sindacali aziendali e del RLS.

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