Opinioni | 11 Giugno 2021 | Autore: Tommaso Caravani

Non è un internet per poveri

Oggi, ormai, essere sul web per il mondo dell'autoriparazione è fondamentale, ma sono finiti i vecchi tempi...


Quando ho iniziato a occuparmi di web era il 1997: ai tempi internet era qualcosa di molto differente da quello che oggi siamo abituati a vedere sullo schermo da pochi pollici del nostro smartphone.

Questa premessa non vuole essere una digressione nostalgica su come erano belli i tempi in cui internet era differente, ma una segnalazione di quello che è spesso un errore di valutazione dovuto proprio al fatto che, da ormai oltre vent’anni, ci siamo abituati progressivamente a questo mondo virtuale.
Se, infatti, ormai quasi ogni cittadino italiano si è digitalizzato (oltre 20 milioni di Italiani ha almeno lo spid e siamo uno tra i primi paesi al mondo per numero di account Facebook in rapporto alla popolazione; secondo lo studio di We Are Social, infatti, sono ormai 29 milioni gli utenti della “F” blu in Italia) molte imprese considerano internet ancora come un terreno di scoperta, ignorando che oramai fa parte integrante delle nostre vite.

Ma questo è solo il più piccolo dei problemi, perché il vero pregiudizio sul mondo dell’online è che sia un mezzo di comunicazione economico. Non è così.
Proprio perché la maggior parte degli italiani utilizza costantemente il web, tutte le grandi aziende hanno concentrato i propri sforzi per farsi trovare o per farsi conoscere attraverso questo canale. E dato che il tempo delle persone è una risorsa limitata (nonostante nel 2021, sempre secondo lo studio di We Are Social, il tempo medio che un Italiano ha trascorso “online” sia stato di 7 ore) catturare l’attenzione è diventato un esercizio difficile.
E così, mentre nel nostro mondo è ancora necessario spiegare quanto sia importante per una attività, come quella dell’autoriparatore, essere online con un proprio sito, oggi si è reso necessario non solo avere una propria “strategia” online, ma anche investirci tempo e risorse, perché i clienti sono sempre più esigenti.

Se un tempo affidarsi al “conoscente”, che “mastica” di web o al nipote “smanettone”, poteva essere sufficiente, oggi non è più così. Il mondo del web si sta sempre più strutturando, con competenze specifiche per ogni ambito: la ricerca su Google, la presenza sui social, fino allo sfruttamento di quello che comunemente non viene neanche concepito come web, ossia le chat come WhatsApp. Tutti servizi che “costano” e che solo attraverso un attento business plan è possibile misurare. Prima di essere online, quindi, bisogna avere le idee chiare e capire cosa si vuole ottenere e solo dopo dedicare energie e tempo per ottenerlo.

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