Approfondimenti | 16 Ottobre 2025 | Autore: Tommaso Caravani

Dall'Abruzzo al digitale, la visione umana dietro Tiassisto24

Un viaggio imprenditoriale che parte dall'esperienza familiare e si trasforma in una start-up innovativa. Michele Romagnoli, CEO di Tiassisto24, racconta come la visione di un servizio "umano" per il driver abbia guidato la transizione da una tessera fisica a un ecosistema digitale.

 

Nel dinamico panorama dei servizi automotive, dove la gestione del veicolo può trasformarsi in un labirinto di scadenze e burocrazia, emerge Tiassisto24.

Nata come start-up innovativa nel settembre 2014, questa realtà si è affermata come un punto di riferimento per automobilisti e motociclisti, offrendo un ecosistema di servizi digitali volti a semplificare la vita del driver

Dalla gestione delle scadenze (bollo, revisione, assicurazione, manutenzioni) alla consulenza per le multe (anche tramite intelligenza artificiale con HelpMulte24), fino alla possibilità di pagare bollettini e tributi PagoPA direttamente dall'app, Tiassisto24 si propone come un "car helper" completo.

Non solo, con prodotti come Planner24, l'azienda digitalizza anche le officine, ottimizzando la gestione degli appuntamenti e la comunicazione con i clienti. 

Dietro questa visione c'è Michele Romagnoli, CEO e co-founder, un imprenditore che ha saputo trasformare l'esperienza personale e le sfide del mercato in un'opportunità di innovazione.

Oggi abbiamo il privilegio di conversare con lui, non solo per ripercorrere la genesi di questa azienda, ma soprattutto per scoprire l'uomo, la sua visione e le esperienze che hanno plasmato il suo percorso imprenditoriale.

Partiamo dalle radici più profonde: come è nata l'idea di Tiassisto24, e quali sono state le scintille iniziali che l'hanno accesa?

Tiassisto24, nella sua forma attuale, ha una storia di circa undici anni, ma la sua genesi è un viaggio che parte da molto più lontano. Tutto è iniziato come una SAS nel 2013, fondata da me, mio fratello e Claudio Della Loggia.
Io e mio fratello venivamo dal mondo dell'infortunistica stradale, un settore dove le dinamiche sono complesse e spesso il cliente finale si sente un po' solo. Con Claudio, in particolare, c'era una sintonia speciale: lui era un assicuratore, vendeva polizze, mentre noi fornivamo servizi. 
È stato proprio da questa complementarietà che è emersa l'idea di creare un sistema che, inizialmente, era molto "fisico", basato su una piccola tessera cartacea che garantiva una serie di servizi.
Era un tentativo di dare un supporto concreto e tangibile, un modo per dire: "Non sei solo in questo labirinto di burocrazia e problemi legati all'auto".

Sembra un approccio molto pragmatico. C'è stato un momento specifico, un'intuizione, che l'ha spinta a dire: "È questo che voglio fare"?

Assolutamente sì. Ricordo di essermi preso un paio di mesi per riflettere a fondo, per "decantare" le idee. Avevo un bagaglio di esperienze significativo: fino al 2006, con la mia famiglia, eravamo subfornitori di Honda per la verniciatura industriale, con una realtà che contava duecento dipendenti.
Quell'esperienza mi aveva insegnato le lezioni più importanti sull'imprenditoria, soprattutto l'importanza della scalabilità e del controllo. 
Avevo capito che per costruire qualcosa di solido e duraturo, dovevo rispettare due criteri fondamentali: "niente magazzini" – un concetto che si traduce in agilità e minimizzazione dei costi fissi e la capacità di adattarsi rapidamente al mercato – e "il brand deve essere mio". Quest'ultimo punto era cruciale: volevo costruire qualcosa che fosse riconoscibile, che avesse un'identità forte e che potessi plasmare secondo la mia visione, senza dipendere da altri. Ed è così che è nata Tiassisto24. 
Il nome stesso racchiude la missione: "assistenza vera" al driver finale. Pensateci, il conducente è spesso l'anello più debole della catena, con un'infinità di interlocutori: il comune per le multe, l'ACI per il bollo, le officine, le assicurazioni, e ognuno parla un linguaggio diverso.
L'obiettivo era semplificare questa complessità, essere un punto di riferimento unico, un vero "angelo custode" per chi guida.

Da una tessera fisica a un'applicazione digitale: un salto non da poco. Cosa ha innescato questa trasformazione e quali sfide ha comportato?

Il passaggio al digitale è stato quasi naturale, dettato dall'evoluzione inesorabile del mercato. Bisogna considerare che eravamo una piccola start-up, ricordo ancora che stampavo fisicamente io le tessere da una normalissima stampante a colori; un lavoro impossibile con il crescere dei numeri. 
Dopo circa un anno dal lancio della tessera, nel 2014, il digitale stava diventando la parola d'ordine, e capii che per scalare e raggiungere davvero tutti i driver, dovevamo essere lì.
Ero in Abruzzo in quel periodo, ma la mia esperienza precedente come direttore franchising di una nota azienda infortunistica a Padova mi aveva fornito una chiara comprensione delle dinamiche necessarie per lanciare un'iniziativa su larga scala. 
La sfida era enorme: passare da un modello fisico, tangibile, a uno digitale, che richiedeva competenze e mentalità completamente diverse. Ho attinto al mio network di amici e contatti nel mondo dell'infortunistica, persone che credevano nella mia visione e che mi hanno dato la spinta necessaria.
Ho deciso di fare il grande passo e trasferirmi a Roma, lasciando le mie certezze per un futuro incerto. Lì ho preso una postazione in un coworking, un ambiente stimolante e ricco di nuove idee, ma anche molto competitivo.
Ho lavorato incessantemente allo sviluppo dell'applicazione, affrontando notti insonni e momenti di grande incertezza. Ma la visione era chiara, e la determinazione ci ha ripagato: con grande soddisfazione, siamo stati selezionati per entrare nel quinto "batch" di Luiss Enlabs (attuale Zest Investment). 
Quello è stato il momento in cui la versione digitale di Tiassisto24 ha preso vita, un punto di svolta che ha aperto nuove prospettive e ha confermato che eravamo sulla strada giusta.

Oggi, con tutta questa esperienza alle spalle, qual è la sua visione sul futuro del settore dell'autoriparazione e il ruolo di Tiassisto24 in esso?

Sono fermamente convinto che il mondo dell'autoriparazione, nonostante la sua complessità e la sua natura ancora molto artigianale, si trovi di fronte a un'opportunità storica di modernizzazione. Il concetto di prenotare un servizio direttamente tramite un'app è la chiave per il futuro. 
Certo, ci sono delle sfide: la comparazione dei prezzi, ad esempio, non funziona ancora perfettamente nel Sud Europa, per via di dinamiche di mercato che non sempre sono trasparenti.
Ma ciò che può davvero digitalizzare e modernizzare questo settore è la gestione degli appuntamenti, la capacità di offrire un servizio fluido e trasparente. 
Noi non ci rivolgiamo più tanto al privato che ama fare il "giro delle sette chiese" per un preventivo, quanto piuttosto a due grandi canali che rappresentano il cuore pulsante del mercato: le compagnie assicurative e le flotte aziendali. Loro sono i nostri interlocutori privilegiati per digitalizzare l'intero processo di prenotazione e gestione, portando efficienza e trasparenza dove prima c'era frammentazione e inefficienza. Il nostro obiettivo è continuare a essere quel punto di riferimento, quel "ti assisto 24 ore su 24" che il driver merita.
Ovviamente non dimentichiamo anche le singole carrozzerie: bisogna iniziare a pensare il software come le attrezzature, perché, prima ancora di parlare di intelligenza artificiale e strumenti digitali avanzati, bisogna partire da una considerazione di base: oggi c’è molto da fare sui processi e sui sistemi digitali di base che permettono di generare dati in carrozzeria: dalla presa e riconsegna, fino al tasso di saturazione. 
Parliamo cioè di organizzazione del lavoro più che di strumenti. La vera sfida è iniziare il percorso, perché il punto di arrivo è oltre l’orizzonte.
 

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Tags: Tiassisto24

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