Approfondimenti | 25 Gennaio 2017 | Autore: Tommaso Caravani

​Ricalibrare i parabrezza: un problema per tutti

Ad accendere un riflettore sul problema sono gli americani, ma da noi le cose non vanno meglio. Ricalibrare i sistemi sempre più frequentemente installati sui parabrezza richiede spesso l’intervento dei concessionari, ma che succede se il vetro non è stato comprato in concessionaria?

Nei parabrezza delle auto di gamma alta e medio alta sono sempre più frequentemente installati sistemi di assistenza alla guida. In gergo sono definiti ADAS e altro non sono che telcamere, radar e tutti gli altri congegni che permettono all’auto di essere un po’ più autonoma: dall’accensione automatica di fari o tergicristalli, fino alla regolazione della velocità in maniera dinamica o la frenata di emergenza. 

ADAS, la sicurezza passa da qui

Gli ADAS sono, ufficialmente, dei sistemi di sicurezza, perché sono i sistemi grazie ai quali l’auto agisce e, come mani e occhi per noi umani, permettono alla vettura di “vedere e sentire ciò che sta attorno a lei. Ovviamente sono anche dei sistemi delicati. Basandosi l’automazione sull’informatica, tutti, dai produttori di auto, fino alle commissioni politiche, italiane, europee e mondiali si chiedono come proteggere un sistema tanto sensibile ad attacchi esterni, specie quando le auto saranno connesse in maniera diffusa ad internet e il rischio sarà che un qualunque hacker possa prendere il controllo della vostra auto.

Il problema della calibrazione

I sistemi ADAS, quindi hanno tecnologie complesse, e l’accesso ai sistemi è blindato e controllato. Eppure proprio questa attenzione ai dati rappresenta un problema per tutto il mondo della riparazione. 
Che succede infatti se un parabrezza equipaggiato con tutta la tecnologia ADAS si rompe?
Se un tempo bastava sostituire il parabrezza, oggi è necessario, dopo la sostituzione, ricalibrare tutti i sistemi. Come? Attraverso strumenti di autodiagnosi e calibrazione elettronica che permettono di farlo. Ma chi ha questi strumenti?
Se l’industria dell’autodiagnosi propone una serie di soluzioni (non troppo economiche) per permettere la calibrazione è anche vero che qualunque sistema non copre tutti i modelli di auto, mentre quelli specifici rilasciati dalle case auto (che costano ancor di più) bastano per un solo marchio.

Originalità: un problema di definizione

Che succede, quindi, quando si rompe un parabrezza? Nella maggior parte dei casi che il carrozziere, dopo aver effettuato tutte le riparazioni del mezzo, parabrezza compreso, porta l’auto in concessionaria per la calibrazione, ed è qui che iniziano i problemi e torniamo al problema sollevato dal portale americano glassbyte. Cosa dice in sostanza l’articolo? Che i concessionari statunitensi, molto spesso, rifiutano la ricalibrazione dei sensori qualora il vetro sostituito non sia quello marchiato dalla casa.
Ovviamente le case auto non producono parabrezza, ed è quindi (anche secondo le direttive europee) illogica la pretesa dei concessionari statunitensi, visto che produttori come Pilkinton, Saint Gobain e AGC, tanto per fare qualche esempio, commercializzino prodotti originali, anche qualora manchi il logo della casa automobilistica.

Un problema anche Italiano

Il problema della calibrazione è tuttavia mondiale. Anche in Italia non si contano i casi di ritorsione da parte di molti concessionari che, per ignoranza o malafede, si rifiutano di calibrare auto cui è stato sostituito un parabrezza rotto con uno originale ma senza il logo del produttore. Un problema che ha coinvolto anche le flotte di noleggio, che in alcuni casi sono dovute intervenire direttamente con la casa auto, minacciando a loro volta ritorsioni in caso di fermi macchina prolungati oltremisura. 
d’altronde le armi in mano al concessionario sono molte e, anche nel caso in cui la ricalibrazione non sia rifiutata è ovvio che hanno tutto il vantaggio commerciale a prolungare il fermo tecnico, posticipando l’appuntamento, qualora il vetro non sia stato acquistato da loro. 
Il problema è inoltre di difficile soluzione, perché gli strumenti di calibrazione multimarca sono ancora oggi pochi, sono costosi e sopratutto non garantiscono una copertura completa del circolante.

Le soluzioni per le carrozzerie

Risolvere il problema non è semplice ma sicuramente c’è chi si è mosso. Da una parte infatti, pur non potendo garantire la totalità del circolante è vero che i sistemi di calibrazione multimarca oggi sono presenti sul mercato e con una spesa che spazia dai cinque ai ventimila euro (a seconda dell’attrezzatura già in possesso dell’officina e del numero di pannelli) è possibile acquistarli. Ovvio, si tratta di una spesa ingente a fronte di una problematica ancora limitata, ma alcuni carrozzieri si sono già consorziati per acquisti in gruppo, in modo che un carrozziere si specializzi in questa attività dividendo i costi con gli altri che ne traggono solo un beneficio. 

Prospettive

Eppure il problema dei parabrezza apre uno squarcio su un problema di dimensioni molto maggiori. Le auto di oggi iniziano ad essere massicciamente invase di tecnologia e questa tendenza è destinata ad aumentare nei prossimi anni. Il ruolo del concessionario inizia ad essere centrale per il ripristino dell’auto ma, in questo caso, esistono almeno due contromosse per garantire l’indipendenza degli autoriparatori. A livello macro, sono i produttori di attrezzature che devono far valere la propria voce in Europa, chiedendo (ma in questo trovano parecchie sinergie, anche con gli stessi concessionari) il libero accesso ai dati dei veicoli (ovviamente garantendone la sicurezza), dall’altro i singoli autoriparatori devono pensare da subito a come limitare la dipendenza dai concessionari, perché altrimenti la loro attività è destinata a diventarne subalterna. Già oggi infatti si ricorre al concessionario, oltre che per i parabrezza anche per i sistemi di navigazione satellitare, spesso per l’azzeramento spie, per gli airbag e chi più ne ha più ne metta.

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Tags: parabrezza adas

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