Approfondimenti | 16 Dicembre 2020 | Autore: Tommaso Caravani

Lever Touch: l’immaginazione è il nostro limite

Da esperti della riparazione a freddo a fornitore di servizi per ogni esigenza di mobilità: è questa la trasformazione in atto di Lever Touch, società specializzata in riparazioni a freddo, che per riuscire nell’intento ha puntato su due esperti del settore: Antonello Fiorenza e Giuseppe D’Errico.

 

Datemi una leva e vi solleverò il mondo. La frase di Archimede di Siracusa è quella che probabilmente descrive meglio chi è Lever Touch e quali sono i suoi obiettivi futuri. Azienda Italiana con attività diffuse in vari paesi del mondo, questa azienda nasce circa 20 anni fa, ma poggia le sue basi sull’esperienza del suo fondatore, Giovanni Liccardo, maturata in realtà importanti come Ferrari e Maserati.

Un imprenditore lungimirante, che ha saputo allargare gli orizzonti della propria attività e ha fatto del “pensare in grande” quasi uno stile di vita. Oggi, infatti, Lever Touch ha filiali operative in Italia, Spagna, Francia, Germania, Stati Uniti, Brasile, Argentina e ha contratti con quasi tutte le principali case automobilistiche per la riparazione a freddo delle vetture grandinate nei piazzali, cui si sono affiancati accordi con le compagnie di assicurazioni e, da non molto, anche con il mondo delle flotte aziendali. 
Ma per capire cosa vuole diventare Lever Touch è necessario fare un piccolo passo indietro e spiegare quale è l’attività principale di questa azienda e cosa fa effettivamente.

Secondo molte opinioni, l’attività di levabolli, o meglio di riparazione a freddo (in inglese dent repair), è nata tra gli anni ‘60 e ‘70 del 900 all’interno delle case automobilistiche per riparare i pezzi leggermente ammaccati. Non è chiaro se la paternità sia dell’italiana Alfa Romeo o dell’americana Ford, ma poco importa. La tecnica permetteva infatti di utilizzare pezzi altrimenti da scartare riparandoli a freddo, cioè senza la necessità di riverniciarli. Un’attività che negli anni si è evoluta e industrializzata, trovando la sua massima espressione nella riparazione dei danni da grandine.
 
Questo fenomeno atmosferico, infatti, spesso danneggia la carrozzeria senza intaccare la vernice. Ma se fino a qualche hanno fa, per ripararla si procedeva con “ribattiture” della lamiera, stuccature e costose verniciature. Oggi, nella maggior parte dei casi questi danni si risolvono con l’utilizzo di leve, adesivi e induzione magnetica (che permette, attraverso il riscaldamento di far “tornare in forma” un pezzo).
Anche se la grandine rappresenta una minaccia e un pericolo per tutti, però, forse non è altrettanto intuitivo comprendere che tipo di rischio sia per un costruttore di automobili. 
Gli stock delle auto sostano per periodi più o meno lunghi su grandi piazzali prima di iniziare il loro viaggio verso la concessionaria auto e quindi il loro futuro proprietario. Questo avviene dopo la produzione, all’entrata del paese di destinazione e, perché no, anche sul piazzale della concessionaria. Un grandinata può quindi danneggiare un’intera partita di vetture, da qualche centinaio a qualche migliaio, a seconda dei piazzali e delle zone dove sono ubicate. Per questo i primi clienti e le aziende che hanno spinto per lo sviluppo di specialisti nelle riparazioni a freddo sono state proprio le case automobilistiche e per questo Lever Touch ha tra i principali clienti proprio questo tipo di aziende.
 
Questo ha permesso a Lever Touch di espandersi nel mondo e di crescere fino al punto di iniziare a pensare alla seconda tipologia di cliente che ha maggior necessità di questo servizio: le compagnie di assicurazione. La riparazione a freddo, infatti, consente di risparmiare tempo e costi rispetto a quella tradizionale e proprio grazie a questa attività le polizze “grandine” sono diventate accessibili a molti. 
Infine, sono arrivate le flotte aziendali, anche loro alle prese con il problema delle auto grandinate sparse sul territorio nazionale, che hanno però bisogno di pochi referenti con prezzi concordati centralmente per l’effettuazione delle riparazioni. 
Tutte attività via via più capillari: dalle migliaia di auto gestite sui piazzali alle centinaia della compagnie fino alle singole vetture della flotta, fino, in alcuni casi (dove sono presenti centri dedicati) di intervento direttamente su clienti privati. Tipologie di clienti differenti, con problematiche differenti, che hanno richiesto molti investimenti all’azienda: dalla creazione di un sistema informatico per la gestione degli eventi fino a una academy in grado di formare i tecnici, vera forza di questo tipo di attività.

Una crescita vertiginosa, che ora necessitava di una governance forte, in grado di gestire i successivi passaggi espansivi. Perché l’attività di “levabolli” si è via via complicata negli anni. Oggi non basta più effettuare la riparazione a freddo. Sempre più spesso le vetture grandinate (sui piazzali così come quelle di flotte o di privati) richiedono interventi aggiuntivi: sia esso uno spot repair (cioè una riparazione rapida con una porzione limitata  da riverniciare) piuttosto che un pezzo da sostituire. Per questo, per diventare sempre più una società omniservizi, Liccardo ha fatto affidamento su due persone con una grande esperienza nel mondo automotive: Antonello Felicio Fiorenza, proveniente proprio dal mondo delle riparazioni a freddo, con oltre 13 anni di esperienza in Ballsystem e Giuseppe Antonio D’Errico, sei anni in Avis, cui si sommano i precedenti 10 in Nissan a gestirne l’aftersales.

“Io e Antonello ci conosciamo da anni – spiega D’errico -, ci presentò il compianto Marco Moretti, un manager illuminato che ha lasciato un grande vuoto, in occasione dell’inaugurazione della sede Basf di Cesano Maderno. Posso parlare a nome di entrambi affermando che mai conoscenza fu più opportuna e oggi siamo qui anche per merito di quella presentazione. Oggi ci troviamo per la prima volta a lavorare come “colleghi” e abbiamo mandato di creare nuove divisioni aziendali, ma anche di potenziare quelle già esistenti, oltre alla creazione di una struttura in grado di razionalizzare gli acquisti, efficientare le infrastrutture IT e le risorse umane. Insomma, siamo stati chiamati per effettuare una revisione operativa dell’azienda che porti a una crescita nel segno della differenziazione. Un compito che penso saremo in grado di svolgere proprio in virtù delle conoscenze  e del lavoro che ci siamo trovati trasversalmente a svolgere negli anni in tutti gli ambiti”.
 

Ma anche se si guarda a tutti gli ambiti è evidente che il primo settore interessante per il gruppo sarà proprio quello della riparazione a freddo. “In assoluto siamo tra le principali aziende globali nella parte industriale della riparazione a freddo – spiega Fiorenza -, dove grandina noi andiamo. La mia impressione, tuttavia, è che questa azienda è cresciuta molto proprio su questo terreno compiendo passi importanti di internazionalizzazione. Questo tipo d'attività è però molto soggetta ai fenomeni atmosferici, quindi internazionalizzare è l’unico modo per avere una garanzia di lavoro: più aree sono coperte, più fenomeni intercetto. Lavorare con il mondo del rent e con quello assicurativo, invece garantisce un lavoro più regolare, anche se la gestione è assai più complessa”.
Proprio partendo da queste premesse abbiamo deciso di approfondire la questione proprio con i due diretti interessati.

Non è un mistero per nessuno che assicurazioni e flotte richiedano reti di assistenza capillare per offrire un servizio ai propri clienti, come gestirete queste richieste? Formerete delle carrozzerie per svolgere l’attività di “levabolli”?
A. F. Fiorenza: La creazione di una nostra rete vuole avere collaborazioni molto più ampie rispetto al solo lavoro delle riparazioni a freddo. 
Anche se tutti chiedono capillarità, noi siamo convinti che in italia, per coprire la domanda, non servano molte strutture. Oggi ne abbiamo 400 ad esempio, ma stiamo ripensando tutta la rete. Quello che vogliamo è rivedere tutta la partnership che abbiamo con gli imprenditori, perché sta cambiando il modo di fare imprenditoria e cambieranno molte altre cose. Per esempio, non è possibile pensare a una rete del futuro che non sia perfettamente integrata a livello informatico, così come il ruolo centrale di tutti i progetti sarà la formazione, perché è inutile avere tante strutture che poi non hanno gli strumenti per lavorare al meglio. Quando parliamo di rete, a noi piace pensare più a un networking intellettuale, che poi ne facciano parte carrozzerie, centri polivalenti o altro non è un problema se c’è una condivisione di intenti. Bisogna ragionare sul fatto che la vendita non è di per sé necessariamente un bene. Ci sono molte lavorazioni che sono antieconomiche per l’attività del riparatore e noi ci poniamo come partner proprio nell'identificazione di ciò che porta valore. 
E possiamo farlo, perché possiamo anche contare su delle esperienze dirette: a Caserta e Barcellona abbiamo due “express repair center” che sono in grado di svolgere tutte le operazioni attorno a un veicolo: dalla meccanica alla carrozzeria fino alla lavorazione a freddo. Questo ci ha insegnato come l’attività di riparazione a freddo, oggi vista da quasi tutti come un lavoro a se stante, è in realtà complementare a tutte le altre lavorazioni.
 

L’offerta multiservice sembra l’Eldorado dell’autoriparazione, oggi non poche aziende si stanno lanciando in questo mercato, non avete paura di uscire da una nicchia sicura o di snaturare il business di Lever Touch?
G. A. D’Errico: Sono rischi concreti, ma a noi piace vedere le cose da un punto di vista differente, e il punto focale sono i clienti a cui ci rivolgiamo. Quello che voglio dire è che nella nostra strategia non abbiamo pensato a dei target definiti, come assicurazioni, flotte o privati. Lever Touch vuole diventare una realtà ”end to end” alle soluzioni dell’automotive. Noi puntiamo a cambiare l’approccio al mercato. Quando Antonello parlava del networking intellettuale significa rompere gli schemi del rapporto cliente fornitore. Per fare un esempio, quando abbiamo lavorato su un progetto assieme in passato, abbiamo consentito alla mia società un risparmio di un milione di euro l’anno, pur aumentando la marginalità di quella dove lavorava lui. Questo significa creare sinergie e lavorare in un’ottica “win win”: ogni euro di costo deve generare un profitto misurabile, solo così si efficientano i sistemi, le procedure e i processi. 

Sembra più il programma di sviluppo di un’attività di consulenza piuttosto che di autoriprazione, è questo il futuro di Lever Touch?
G. A. D’Errico: Sicuramente potrebbe essere uno dei servizi che potremmo offrire, ma ho in mente attività molto più concrete. Faccio un altro esempio: nel mercato europeo, e con il Covid ancor di più, la rete secondaria delle case auto, i famosi autoriparatori autorizzati, sono stati quasi ovunque smantellati. In Italia non siamo lontani da uno scenario simile a quello del resto del Continente, anche se c’è ancora un po’ di tempo. Il risultato è che le reti di assistenza ufficiali sono ormai difficilmente raggiungibili dai clienti e molti dealer appaltano questa attività in maniera destrutturata. Noi potremmo avere delle soluzioni che si inseriscono in questo contesto, sbloccando situazioni statiche da anni, sia per le case sia per i dealer. Il nostro obiettivo è trovare delle soluzioni senza però stravolgere il modo di lavorare di un'azienda, specie quando è grande e strutturata. Quindi, la nostra sfida è trovare soluzioni all’interno dei processi esistenti.
A. F. Fiorenza: In realtà sul mercato ci sono moltissime aziende che forniscono consulenza, ma per capire la differenza possiamo fare un paragone con la ristorazione: oggi i nuovi ristoranti sono strutture che sono o erano fino a ieri pescherie, macellai, panifici eccetera: chi meglio di chi vende la carne è in grado di consigliarla e prepararla nel modo più opportuno? 

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