Opinioni | 03 Maggio 2019 | Autore: Tommaso caravani

Le tre vie della carrozzeria
Ogni imprenditore che si rispetti cerca di valutare la propria azienda per capire se il suo modello di business è ancora adatto al contesto competitivo. Nel mondo dell’autoriparazione questa analisi, in questa fase storica, assume sicuramente un carattere fondamentale, perché il mercato sta cambiando e ancora non è chiaro quale strada prenderà.
Nonostante esistano mille modi differenti per avere un’attività di autoriparazione, oggi sono sostanzialmente tre i modelli che stanno prendendo piede in Italia e su cui tutti dovrebbero ragionare: rimanere indipendenti, affiliarsi a un gruppo di colleghi (in franchising o in associazione) oppure cedere il controllo della propria attività e continuare il lavoro non più come imprenditori, ma come dipendenti.

La quarta via, non menzionata, è quella di chiudere, ipotesi che non prendo in considerazione perché credo che nessun imprenditore possa ammettere la propria sconfitta rispetto al mercato.
Qualsiasi strada si decida di intraprendere è necessario comprendere quali saranno le sfide.
Restare indipendenti vuol dire migliorare i processi interni, saper valutare la redditività e molto probabilmente crescere di dimensioni al punto che i costi di gestione siano spalmati su un fatturato maggiore.
Entrare in un network, o fare squadra con altri colleghi, significa essere disposti a condividere non solo i profitti, ma anche gli oneri che lo stare insieme richiede (spesso, proprio su questo punto, sono crollati alcuni dei più bei progetti degli ultimi anni, perché in fin dei conti ognuno vuole rimanere padrone a casa propria).

Anche l’idea di vendere la propria attività e diventare dipendenti non è una scelta banale, ma un percorso: bisogna mettere i conti in ordine e accettare che il proprio lavoro dipenda da scelte fatte da qualcun altro (non proprio una passeggiata per chi, magari, ha dedicato anni a gestire la propria attività).
Quale delle tre vie si scelga di percorrere non c’è comunque alcuna garanzia che sia la migliore, anche perché molto dipende dall’attività e dalla mente dell’imprenditore. Solo una cosa non è più possibile fare: restare fermi e aspettare, perché il cambiamento è arrivato ed è necessario essere pronti con una strategia ben definita per poter rimanere competitivi anche in futuro.

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