Opinioni | 09 Giugno 2023 | Autore: Tommaso Caravani

L'editoriale di Tommaso Caravani: "Ma noi non ci saremo"
È interessante vedere come, ogni volta che una tecnologia o un cambiamento della società viene annunciato, c’è subito una corsa al disfattismo più totale rispetto alle prospettive.
Nel mondo dell’autoriparazione, ad esempio, è successo tante volte: dall’introduzione dell’iniezione all’arrivo dell’elettronica nella meccanica; con l’arrivo delle vernici all’acqua e delle colle nella carrozzeria; e così di seguito ognuno può divertirsi a ricostruire quante volte è stato detto che il mondo dell’autoriparazione fosse destinato all’estinzione.

Da parte mia, mi sono limitato a raccogliere quali siano i trend del momento che, secondo la vulgata attuale, contribuiranno, ognuno in maniera definitiva, a far sparire le oltre 161.000 imprese che operano nella filiera dell’auto.
L’elenco è divertente e piuttosto vario: la guida autonoma; l’auto elettrica; il car sharing; il noleggio; le assicurazioni; le case auto; l’auto connessa; le ZTL; i cinesi; gli ADAS; il security gateway (che poi è una sottovoce di “case auto”); la burocrazia; il Pos; la mancanza di giovani (anche se l’accusa più frequente riguarda semmai la pigrizia dei giovani); il caro affitti; il governo ladro e ogni tanto anche Belzebù.

Finora il settore ha retto a tutti i cambiamenti, adattandosi al contesto e l’ultimo anno (eccezion fatta per le tragedie vere, come l’alluvione in Emilia Romagna) la filiera dell’autoriparazione ha segnato dati in crescita sull’anno precedente.
Certo, le sfide sono importanti, ma il cambiamento nel mondo dell’auto non può essere troppo veloce. In Italia circolano oltre 30 milioni di veicoli e ognuno di essi ha un valore che va da qualche migliaio a svariate decine di euro (quelli che si misurano in centinaia sono davvero pochini).

Per quanto possa arrivare un fenomeno destinato a soverchiare rapidamente il mercato, la sostituzione del parco auto attuale sarà comunque lunga e laboriosa. Presagire scenari drammatici è una delle debolezze umane, ma come cantava una vecchia canzone, probabilmente quando il cambiamento arriverà, semplicemente “noi non ci saremo”.

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