Opinioni | 11 Marzo 2024 | Autore: Tommaso Caravani

​"Quello che l’occhio non vede": l'editoriale di Tommaso Caravani

Manca davvero personale nel mondo dell'autoriparazione? Quali le inefficienze del nostro paese? Ecco le riflessioni di Tommaso Caravani.


La mancanza di personale è cronica in tutto il settore dell’autoriparazione. Il problema nasce sostanzialmente da due fattori, che assieme hanno formato un cortocircuito eccezionale nella creazione di una nuova generazione di lavoratori in questo ambito. Da una parte la carenza stessa di giovani: in Italia ogni donna partorisce in media 1,2 bambini (che non è un dato molto comprensibile quindi diciamo che ogni 10 donne ci sono 12 bambini), quando invece affinché la popolazione rimanga stabile, la media dovrebbe essere 2,1 (o 21 bambini ogni 10 donne).

Il problema non è neanche politico (settore in cui non mi avventuro), perché anche paesi che hanno fatto del welfare familiare una bandiera non raggiungono il punto di pareggio e la media Europea (di cui siamo fanalino di coda per nascite) è di 1,6.
Non abbiamo neanche una politica migratoria degna di questo nome. In Italia, arrivano perlopiù disperati in cerca di fuga da situazione difficili, pochissimo personale qualificato e la procedura è comunque complessa.

Non bastasse la mancanza fisica di persone, resta anche da capire perché un giovane dovrebbe lavorare nel settore automotive. L’immagine di questo comparto è altamente compromessa e, nonostante l’arrivo della tecnologia e la sempre maggiore specializzazione necessaria nel mondo dell’autoriparazione, nell’immaginario di molte persone è purtroppo sempre di un lavoro di basso livello, dove difficilmente vorrebbero lavorasse un figlio.
 
Se non bastasse questo, c’è anche la perdita di “appeal” dell’auto in sé. Per anni l’imprenditoria automotive ha beneficiato del fascino dell’auto sui giovani. L’auto come simbolo di indipendenza, la meccanica come segno di competenza, sono stati slogan che hanno dato molto, ma che oggi risultano vuoti per le nuove generazioni. 
Oggi la libertà si porta in tasca e ha la forma di un rettangolo con uno schermo che permette, senza spostarsi, di rimanere in contatto con il mondo anche stando a casa propria. Il settore della riparazione auto sarà sempre più simile a quello della manutenzione della caldaia domestica o di un qualsiasi elettrometrico, anche se con le dovute differenze di valore del bene: l’auto resterà a lungo il bene mobile più costoso di una persona.
 
Eppure, se si guarda il mondo dell’autoriparazione a qualsiasi livello, un dubbio sorge spontaneo: ma davvero manca personale? Quello che l’occhio non vede è che l’Italia è un paese sicuramente legato a una conformazione particolare, ma nonostante questo abbiamo anche una serie di inefficienze.
 
Se si compara il numero di strutture e i dipendenti medi di ogni azienda con un paese morfologicamente simile al nostro come potrebbe essere l’Inghilterra, si vede come eccediamo per numerica di attività pur rimanendo simili per numero di addetti. Forse uno dei problemi del nostro paese è l’efficienza produttiva, ottimizzando il numero di strutture e di persone, forse si scoprirebbe che gli addetti nel nostro comparto sono pure troppi.

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