Opinioni | 02 Dicembre 2016 | Autore: Elena Bove

Cosa si nasconde dietro la cessione del credito?
Ogni giorno utilizziamo parole di vario genere, spesso senza neppure conoscerne il reale significato. Le abbiamo ascoltate, le abbiamo ripetute ma non ne conosciamo né l’origine né la storia. Il significato di una parola si presta ad un gioco divertente. Dicevamo dell’origine, torniamo allora a sfogliare le pagine di un vocabolario e scoviamo la parola cedere. Ecco che appaiono più opportunità, vediamo quale fa al caso nostro. Pensiamo all’utilizzo contestato della “cessione del credito” uno strumento assai inviso alle compagnie assicurative. Potrebbe darsi che un’analisi linguistica possa fornire più risposte di un’analisi psicologica (ed anche un minor costo!).

La prima “chance” parla di un verbo intransitivo, un po’ come l’intransigenza delle compagnie “nell’accettare” questa diavoleria. Leggiamo Di forze armate, cessare di opporre resistenza, arrendersi. Ecco una prima lettura che dice già moltissimo. Perché, infondo, smettere di opporsi, per un assicurazione sarebbe davvero un paradosso, sarebbe come alzare bandiera bianca dinanzi ai legittimi diritti degli assicurati: giammai! Se poi proseguiamo nella lettura, addirittura, troviamo: fig. Piegarsi, sottostare, spec. dopo una certa resistenza (anche + a ): c. alle minacce; + di fronte a."c. di fronte all'evidenza". Chiunque abbia mai notificato la cessione di un credito ad una compagnia assicurativa sa bene che, come minimo, ha incontrato una certa resistenza perché, di sovente, accade che questa comunicazione risulti assai indigesta. Il perché, ancora una volta, è facilmente spiegabile proseguendo nella nostra scherzosa trovata: transitivo. Lasciare, dare ad altri rinunciando a un possesso o a un godimento (anche + a )."c. un diritto". Tutto davvero chiaro. Si tratta di una difficoltà a lasciar andare, della paura dell’abbandono, di una patologia ansiosa, l’ossessione di perdere il possesso, di qualcuno o di qualcosa. Ecco che la seduta analitica torna necessaria. Ma non per noi. Insomma cedere un diritto che si ha pienamente diritto di cedere scatena una irrazionale paura di perdere diritti sul cedente così che il ceduto rifiuta il cessionario di cui diffida fortemente. Non occorre proseguire nell’indagine per comprendere come si tratti di una paura immotivata che procura un danno ingiusto.

Aver timore di chi non conosciamo, ovvero il cessionario, una carrozzeria non convenzionata, che sembra inaffidabile unicamente perché altro da noi è una preoccupazione comune a tanti. Chi è mai sfuggito alla paura dell’ignoto? Quando però si persevera nel rifiuto si incappa nel pregiudizio, nella discriminazione e si cede all’ansia del controllo a tutti i costi. Pretendere di gestire il risarcimento del danno da sinistro stradale, decidendo quale sia la carrozzeria idonea, quanto sia giusto risarcire complica non poco l’iter risarcitorio e costringe a dure battaglie, a volte persino ad affrontare un contenzioso che comporta unicamente un maggior dispendio di costi, a carico delle assicurazioni. C’è anche un tantino di autolesionismo? Forse è solo una impressione!

Lasciar andare non è necessariamente un male, a volte può persino alleggerire. Soprattutto ora, in un momento storico di difficoltà per le istanze democratiche, il riconoscimento pacifico dei diritti sanciti dalle norme sarebbe un grande gesto di civiltà giuridica.

Elena Bove
Professionista – Avvocato
Di Benevento
Elena Bove è avvocato di Benevento e giornalista pubblicista. Esercita la professione forense prevalentemente in controversie a tutela del cittadino nella circolazione stradale e nella responsabilità civile oltre che nella tutela del diritto dei consumatori.

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