Approfondimenti | 04 Febbraio 2025 | Autore: Alessio Pachino

​L’esperto risponde: 10 domande sulla produttività in carrozzeria

Consulente Inlumia e formatore esperto in programmi di alta produttività in carrozzeria, in questa intervista Fabrizio Ventura ci spiega come rendere più produttiva l’attività di una carrozzeria.


Dal layout alla tecnologia, dall’organizzazione del lavoro alla professionalità: in questa intervista a Fabrizio Ventura, consulente ed esperto formatore, ragioniamo su quali sono le leve per aumentare la produttività della carrozzeria, quali gli errori da evitare e quale possa essere un approccio idoneo per aumentare la propria efficienza.

Cosa significa, secondo lei, essere oggi una carrozzeria produttiva?
Sicuramente una carrozzeria produttiva è sinonimo di massima efficienza sia a livello organizzativo sia produttivo, così da essere più competitivi sul mercato e creare maggiore marginalità economica, indipendentemente dal tipo di accordo commerciale (con assicurazioni, flotte, concessionari, ecc.).
Standardizzando le procedure tecnico-operative, si può ottenere un equilibrio con una marginalità superiore per qualsiasi lavorazione.
Ad esempio, se un concessionario offre 120 euro per pannello, l’obiettivo sarà comunque quello di marginare sui 120 euro. Se invece il lavoro è offerto da un work provider con condizioni economiche migliori, la marginalità sarà semplicemente più alta.

Quanto incide il layout sulla produttività di una carrozzeria?
Il layout è determinante per evitare tanti errori che, purtroppo, si ripetono sistematicamente in molte carrozzerie, dove si trascura la questione dei continui spostamenti delle auto. Un layout ben progettato permette di migliorare sia la parte organizzativa sia quella produttiva.

Qual è l’errore principale che fanno oggi le carrozzerie italiane nella progettazione dei propri spazi di lavoro?
L’errore più comune nasce dal non considerare l’equilibrio tra i diversi ruoli. Spesso si dedicano più aree a certe funzioni a scapito di altre. Un esempio: le zone di smontaggio devono essere proporzionate a quelle di preparazione e verniciatura.
Un buon equilibrio potrebbe essere un solo smontatore / lamierista leggero in grado di dare abbastanza lavoro a tre preparatori / verniciatori. Molte carrozzerie trascurano questo aspetto.
Gli investimenti in attrezzature e spazi vanno inoltre pianificati in funzione del numero di lavorazioni che vogliamo (o possiamo) gestire.
Se, per esempio, la nostra carrozzeria può gestire un massimo di 15 auto a settimana, non ha senso installare una seconda cabina di preparazione. Ecco perché il layout è fondamentale.

Come interpretano le carrozzerie italiane il concetto di produttività?
Molte carrozzerie hanno spesso una visione poco chiara e associano la produttività unicamente al numero di lavoratori, secondo il principio: “Più lavoro abbiamo, più personale ci serve”. Ma non è sempre così. 
Con una formazione adeguata e la standardizzazione dei processi lavorativi e organizzativi interni, è possibile ottimizzare il personale esistente senza necessariamente aumentare il numero di addetti.

Come si costruisce una programmazione efficiente delle riparazioni?
Per ottenere la massima efficienza, è necessario pianificare settimanalmente i lavori che vanno dal lieve al medio fino al grave, anziché basarsi su una programmazione solo giornaliera. Bisogna associare le diverse tipologie di riparazione in base alle mansioni.
Se, per esempio, programmo l’ingresso di tutte le auto il lunedì, avrò più bisogno di personale dedicato allo smontaggio e alla lamieratura, mentre il preparatore e il verniciatore all’inizio potrebbero avere un ruolo secondario.
Molte carrozzerie concentrano tutto al lunedì per consegnare entro il fine settimana, ma la programmazione dovrebbe essere proporzionata al numero di operatori per trovare il giusto equilibrio. In caso contrario, si rischiano vuoti di produzione: lo smontatore oberato di lavoro e il preparatore senza attività. 
Perciò, diventa fondamentale la figura che organizza la programmazione, ruolo che può essere svolto dall’accettatore o dal responsabile di produzione.

Esistono parametri di riferimento per capire il proprio livello di produttività?
Sì, esistono parametri frutto di anni di esperienza che possono aiutare la carrozzeria a capire il proprio livello di produttività. L’obiettivo è sempre trovare un equilibrio tra la parte tecnico-operativa e quella economica, così da sfruttare al massimo il potenziale di ogni operatore.
Un esempio: un preparatore-verniciatore ben organizzato può lavorare dai 4 ai 6 pannelli al giorno (lieve, medio, grave). La maggior parte delle carrozzerie in Italia, però, è sottoproduttiva rispetto al potenziale effettivo. Ogni ruolo, infatti, possiede una propria produttività ottimale.

È meglio puntare su singole eccellenze o su un gruppo coeso? E perché?
Faccio spesso l’esempio del calcio: è preferibile avere un gruppo coeso, orientato allo stesso obiettivo, piuttosto che fenomeni individualisti che non portano benefici alla squadra (e all’azienda).
Un tempo in carrozzeria c’erano figure “jolly” capaci di fare un po’ di tutto. Oggi, se vogliamo puntare all’alta produttività, è invece necessaria una specializzazione dei ruoli: smontatore, preparatore, verniciatore, lattoniere, lucidatore, ciascuno con le proprie mansioni.
Creando un equilibrio tra queste figure, si forma un team molto più vincente del singolo “fenomeno” che fa tutto da solo.

Che ruolo possono avere i giovani in un programma di produttività?
I giovani possono avere un ruolo molto importante fin da subito, anche perché i tempi di apprendimento si sono notevolmente ridotti rispetto a 40 anni fa, quando ho iniziato io.
All’epoca la formazione era molto più lunga; oggi, invece, si può far diventare un giovane un preparatore in tempi rapidi, se supportato con indicazioni e formazione adeguate.
Sfortunatamente, i giovani in questo settore sono ancora pochi rispetto ai “vecchietti”. Le carrozzerie, tuttavia, hanno bisogno di persone che assorbano i nuovi concetti e metodi di lavoro.

Quali sono le leve per coinvolgere i propri collaboratori?
Una leva fondamentale è sicuramente quella economica, che va di pari passo con la soddisfazione personale. Occorre creare un equilibrio basato sulla meritocrazia. Avendo lavorato per anni all’estero, posso confermare che i sistemi di incentivazione legati alle prestazioni sono molto diffusi.
Se la carrozzeria ha introdotto il concetto di “lavoro per pannello” nel proprio sistema organizzativo, diventa più semplice definire gli obiettivi dei singoli e del gruppo, e misurarne i risultati. L’importante è che il sistema premiante sia basato su dati verificabili e non su cifre arbitrarie (come i “100 euro in più” dati a caso), poiché ciò potrebbe essere controproducente.

Ai fini dell’efficienza produttiva, cosa incide maggiormente: la tecnologia o l’organizzazione?
Entrambe sono importanti, ma nella mia esperienza occorre iniziare dall’organizzazione.
Ho visto molte carrozzerie dotate di attrezzature molto costose, ma inutilizzate. Spesso ciò dipende dagli operatori, che per timore di sbagliare o per carenza di formazione non utilizzano le nuove attrezzature.
La tecnologia serve se si è ben organizzati e formati. Se ho una carrozzeria piccola (200 mq) con la fila di auto fuori e dispongo di un unico forno, introdurre una nuova tecnologia può incrementare la produttività, purché sia proporzionata agli spazi. Se invece ho un capannone di 1.000 mq, non serve certo installare dieci zone di preparazione senza considerare il numero di auto che posso gestire. 
L’ideale è organizzare l’azienda in base al volume di lavoro e inserire la tecnologia al momento opportuno, evitando di acquistare attrezzature che poi restano abbandonate in un angolo.
In definitiva, una cosa non esclude l’altra, ma se si deve iniziare da qualche parte, il consiglio è di partire dall’organizzazione.

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