Opinioni | 13 Ottobre 2016 | Autore: Tommaso Caravani

Caccia al dato
La recente fiera di Automechanika è stata l’occasione per comprendere cosa pensano i produttori della componentistica delle auto rispetto al futuro dell’autoriparazione.
Le macrotendenze, di cui si è parlato praticamente a ogni presentazione dei player più importanti, riguardano i sistemi di guida autonoma o semiautonoma, le auto elettriche e l’auto connessa.
Eppure tra questi tre temi ce ne è uno, meno intuitivo, che rappresenta la vera sfida per il futuro della riparazione. La logica porta a pensare alle problematiche tecniche dovute all’aumento della tecnologia. I sistemi di assistenza alla guida (i cosiddetti ADAS - Advanced Driver Assistance Systems) stanno spopolando sulle vetture nuove, con l’introduzione di sistemi di controllo sempre più avanzati, dai radar ai lidar (nei mezzi pesanti già esistono sistemi che verificano se il guidatore ha gli occhi aperti), che sicuramente rappresentano una delle sfide più importanti dei prossimi anni. Gli autoriparatori saranno chiamati ad aggiornarsi, investendo sia in attrezzature che permettano di tarare e operare su questi sistemi sia e soprattutto in formazione, che significa ore-uomo fuori dalla carrozzeria e tempi di apprendimento difficilmente misurabili.

Problematiche simili le ritroviamo anche nel caso di un’eventuale diffusione dell’auto elettrica, dove molte parti sono in tensione e, anche la sostituzione di un singolo componente richiede competenza e attrezzature.

Si potrebbe pensare che la guida assistita (per quella autonoma vedremo se e quando si arriverà al traguardo) rappresenti una minaccia per i carrozzieri, cosa che sicuramente lo è, perché se calano i sinistri calano anche le riparazioni. Eppure nessuna di queste problematiche del presente futuro rischia di avere l’impatto che avrà l’auto connessa. Tutti i maggiori produttori di elettronica di primo impianto hanno praticamente lanciato moniti proprio su questa tendenza. Perché proprio grazie ai sensori, le auto sono uno dei più grandi collettori di dati e sulla gestione degli stessi si giocherà la partita del futuro. Il perché di tanto clamore attorno all’auto connessa è in realtà legato alla gestione dell’automobilistica, perché chiunque “dialogherà” via internet con l’auto avrà una capacità di canalizzazione come non si è mai vista sino ad oggi. Definire uno standard e garantire la libertà di scelta dell’automobilista sarà uno dei temi cruciali per il mondo dell’autoriparazione, anche perché la guerra dei dati è appena iniziata e alla caccia al dato partecipano tutti: dalle case auto alle assicurazioni, passando per società di noleggio (Uber compresa) fino alle compagnie telefoniche, ai giganti dell’informatica e ai produttori di componenti (sia auto sia hardware). La pressione è altissima e bisogna sperare che i regolatori (leggi alla voce Commissione Europea) non si lascino sfuggire proprio qualche “dato” necessario a prendere le giuste decisioni.

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Tags: guida autonoma

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