Opinioni | 04 Giugno 2020 | Autore: Tommaso Caravani

Autogourmet
Mi ha colpito come un ristorante romano sito in Piazza Navona (uno dei poli turistici più attrattivi della Capitale) abbia ripensato radicalmente il proprio business durante la crisi del Covid-19.

Come spiegano i titolari in un articolo pubblicato online sul portale ufficiale di Gambero Rosso, fino a prima della pandemia il ristorante “Camillo” era uno dei tanti ristorantini turistici di Roma, talmente affollato di stranieri da non dover neanche preoccuparsi della qualità del cibo offerto e con un menù turistico, venduto a caro prezzo, che ricalcava esattamente quello che il turista si aspettava: “fettuccini Alfredo” compresi.

Anche questo ristorante, come tutti d’altronde, si è fermato a causa del lockdown, ma solo per un breve periodo. Quasi subito, infatti, ha iniziato a offrire il servizio a domicilio, inventando formule nuove, ma soprattutto adattando l’offerta a una clientela completamente differente, quella locale, con prezzi più aggressivi e prodotti completamente differenti per tipologia e qualità: di fatto ha smesso di inseguire le esigenze stereotipate dei clienti e ha iniziato a studiare come crearne di nuove.
Oggi il ristorante ha riaperto, senza servizio ai tavoli per contenere i costi, ma con proposte più appetitose. Insomma, addio alla pasta con le polpette e benvenuta cucina che rivisita la tradizione con influenze internazionali, il tutto a prezzi abbordabili.

Il mondo dell’autoriparazione, compreso quello della distribuzione, ha vissuto fino a oggi di stereotipi. Come il ristoratore si è convinto che il turista che arriva in Italia cerca solo stereotipi, che lui stesso contribuisce ad alimentare, l’autoriparatore, oltre ad essere un punto di riferimento, continua ad essere associato solo a guai (incidente, guasto) o costi (quella scocciante manutenzione per l’automobilista relativa al suo mezzo di trasporto).

È evidente che non si può cambiare la natura della propria attività, “Camillo” continuerà a fare da mangiare, ma lo farà in modo differente, cambiando la sensazione e l’approccio al cliente.
Servizi come la presa e la riconsegna del mezzo, auto o “mezzi di mobilità alternativa” sostitutivi sono solo alcuni dei servizi che si possono scegliere per cambiare la sensazione che il cliente ha della nostra attività. Senza contare, poi, che alcuni servizi, come per esempio il reminder delle scadenze di tutto ciò che ruota attorno all’auto, sono molto apprezzati.
Insomma, bisogna cambiare l’immagine che l’automobilista ha dell’autoriparatore: basta menù turistici, oggi serve l’autoriparazione à la carte.

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Tags: consigli per la carrozzeria covid-19

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