Approfondimenti | 07 Giugno 2023 | Autore: Tommaso Caravani

​IBIS a Milano: il presente e il futuro della carrozzeria

Una chiacchierata a tutto tondo con chi ha l’opportunità di vedere tutti i mercati: Jason Moseley, di IBIS ci parla del futuro del mondo della carrozzeria. Appuntamento allo Sheraton Hotel San Siro di Milano dal 28 al 30 giugno.


L’evento internazionale dedicato al mondo della carrozzeria, IBIS (International Bodyshop Industry Symposium) torna a Milano dopo anni. Abbiamo sentito Jason Moseley, CEO di IBIS Worldwide e Bodyshop Magazine, per capire come sarà questo evento, ma anche per comprendere come sta cambiando il mondo della carrozzeria in Italia, in Europa e nel mondo.
 
Jason, partiamo dall’edizione di quest’anno, di cosa si parlerà a IBIS?
Il 23 giugno portiamo IBIS a Milano, abbiamo molti nuovi argomenti e tematiche che verranno affrontati sotto un unico cappello che è analizzare le “strategie sostenibili per il successo”, una frase che è anche il motto dell’evento. In questo senso ci tengo a specificare che la parola “sostenibilità” va interpretata in un senso molto ampio: da quella della fornitura a quella delle tecnologie; sostenibilità del personale e dell’attrattività del nostro settore rispetto alle nuove generazioni; la sostenibilità finanziaria e ciò che è profittevole per le carrozzerie. Non parliamo quindi solo di sostenibilità ambientale o di ciò che viene tradizionalmente inteso come sostenibilità, anche se ovviamente anche questi temi saranno affrontati perché sono di un’attualità stringente.

In particolare abbiamo quattro focus che sono effettivamente internazionali.
Le assicurazioni, le loro esperienze e le loro attività, ma anche un’analisi di come sta cambiando il processo di gestione dei sinistri.
La supply chain, che dal Covid è stata sottoposta a notevoli cambiamenti e ha dovuto adattarsi sia dal punto di vista della fornitura, sia da quello della logistica.
La problematica del personale, perché il nostro settore si sta molto modificando sia nelle tecnologie sia nei processi ed è necessario trovare nuove leve che siano attratte da questo settore.
La tecnologia, perché il nostro settore è sempre più guidato dalla tecnologia e ci sono molte iniziative che tendono a opporsi a questo cambiamento. Chiaramente la carrozzeria è al centro di queste trasformazioni e oggi la tecnologia impatta direttamente sulla guida dei veicoli: dalla guida autonoma agli ADAS, fino ai sistemi di assistenza. È sempre più complesso gestire i veicoli, senza contare i mezzi elettrici, che hanno voltaggi molto alti e richiedono procedure specifiche per essere trattati.
Questo è il tipo di sostenibilità di cui andremo a discutere nell’incontro di Milano.
 
Sono sfide impegnative, voi che avete una visione internazionale ritenete che le carrozzerie siano pronte?
Abbiamo avuto, poco tempo fa, un incontro in Malesia a Kuala Lampur e un altro appuntamento a Nashville, negli Stati Uniti, quindi abbiamo una visione che va dall’Oriente all’Occidente. Uno dei fattori in comune che abbiamo riscontrato in entrambi gli incontri, è che la crescita tecnologica porterà alla necessità di nuove specializzazioni, che oggi non sono ancora presenti sul mercato, e si tratta di una visione trasversale.

Probabilmente già oggi è così, ma in futuro tutti concordano sul fatto che non sarà più possibile riparare tutte le auto di tutte le marche, di ogni modello e per ogni tipo di danno. Perché il livello di investimenti e di competenze non sarà più sostenibile per il settore. Dal nostro punto di vista, quindi, sicuramente ci sarà un consolidamento del mercato ma soprattutto una maggiore specializzazione e questo è uno dei trend.
Entrando poi nello specifico, già oggi appaiono chiare nuove tendenze, che porteranno anche cambiamenti interni nella gestione del lavoro. Per esempio, una delle domande fondamentali che riguarda il futuro e in qualche modo anche la specializzazione, sarà capire dove sarà posizionato il reparto IT all’interno di una carrozzeria. Perché sicuramente ci sarà sempre più bisogno di questo tipo di comparto all’interno della carrozzeria.

L’altro aspetto riguarda il personale. Sarà necessario avere le persone giuste nei ruoli giusti, con la corretta formazione per poter operare sui veicoli moderni. Come detto, non sarà sostenibile avere tutte le competenze per ogni tipo di lavorazione, sarà necessario fare delle scelte.
In tutto questo, tra auto elettriche e sistemi di assistenza alla guida, crescerà in maniera esponenziale l’esigenza di sicurezza, sia nella struttura sia nella riparazione. Sarà una vera sfida per il settore adattarsi a queste tecnologie rimanendo sostenibile.
Detto questo, ci sono anche delle opportunità. Per esempio, la specializzazione generalmente porta maggiore profittabilità. Sarà importante che le carrozzerie abbiano ben chiaro cosa vogliono diventare e quindi adottare una strategia conseguente.
 
Eppure uno dei maggiori problemi è proprio trovare personale qualificato, come si può rendere il settore della carrozzeria più attrattivo per le nuove generazioni?
Io penso che non esista una soluzione univoca, una bacchetta magica che risolva il problema. Bisogna analizzare il problema da più punti di vista e qualunque soluzione richiederà del tempo per essere attuata.
Una prima riflessione può riguardare la modalità con cui i proprietari e i manager gestiscono le loro carrozzerie. Sarà sempre più fondamentale, per queste persone, comprendere come le nuove generazioni interpretano il lavoro, inteso non solo come carriera, ma come stile di vita.
Spesso i giovani hanno necessità di sentirsi parte di qualcosa di più grande, essere coinvolti, oppure sentirsi parte di una famiglia. La carrozzeria ha bisogno di imparare da altri settori che hanno già affrontato questo tema, a Milano avremo un focus specifico su come si presentano e come appaiono le carrozzerie rispetto alle nuove generazioni.
Nella ricerca di personale la carrozzeria è tradizionalmente indietro, mentre altri settori hanno fatto passi importanti per migliorare la propria reputazione.
Per esempio negli Stati Uniti, alcuni grandi gruppi di carrozzeria hanno risolto una parte dei problemi da soli, creando Academy interne, percorsi specifici per attrarre nuovi talenti, hanno creato quello che possiamo definire una strategia per le persone e per i loro percorsi professionali.

Poi abbiamo le partnership, attraverso cui le aziende del settore hanno creato sinergie con le istituzioni, come le scuole e le università, ma anche percorsi con altre industrie partner per creare programmi e ambienti favorevoli, in modo da risultare più attrattivi per i giovani.
Credo che l’altro aspetto fondamentale sarà quello di comprendere le skill necessarie per il settore. Parliamo sempre del fatto che questo è un settore in cui si usano le mani, ma con la digitalizzazione e la tecnologia ci sarà sempre più bisogno di pianificazione e competenze anche diverse dal riparare un’auto. Un cambiamento radicale, perché se fino a ieri si vendeva la riparazione, domani si venderanno processi e organizzazione e questo andrà fatto capire a tutto il mercato, non solo ai giovani.
 
Quest’anno IBIS sarà in Italia, che è un paese piuttosto particolare per tutto quello che riguarda l’aftersales; pensa che l'Italia diventerà come gli altri paesi o rimarrà un mondo a parte?
Ho lavorato per molti anni in Italia e conosco abbastanza le dinamiche dell’aftermarket del vostro paese. In Italia c’è - e sempre ci sarà - una forte presenza di indipendenti e c’è un numero importante di riparatori, ma tutto cambia. Per questo a Milano, per esempio, analizzeremo alcuni dei grandi cambiamenti che stanno arrivando sul mercato. Partendo dalla gestione dei sinistri, dove, ad esempio, AXA Italia, un'assicurazione racconterà cosa sta studiando per snellire i processi.

Si tratta di cambiamenti importanti che porteranno anche i riparatori a dover ripensare il proprio business. Probabilmente non sarà più sostenibile mantenere il business della carrozzeria con un modello familiare, in cui una famiglia possiede una o due carrozzerie con tutti gli investimenti che serviranno per restare al passo con i tempi. Io penso che in Italia vedremo un sempre maggiore consolidamento e una maggiore specializzazione. Quello che posso dire è che, guardando a ciò che stanno facendo le assicurazioni in termini di digitalizzazione, ma anche le case automobilistiche in termini di evoluzione tecnologica, l'Italia non può che seguire il percorso che tutta Europa sta seguendo. Magari in maniera un po’ più lenta, perché l'Italia parte un po’ indietro, ma ci sarà sicuramente un consolidamento e allineamento agli altri stati europei.
 
In Europa, nei rapporti con le assicurazioni, ci sono sostanzialmente due visioni del mondo: da una parte i grandi network e alcune carrozzerie vedono bene gli accordi con le assicurazioni, dall’altra un gruppo altrettanto folto di indipendenti che combattono costantemente, anche a livello legale e legislativo, l’idea di accordi tra riparatori e assicurazioni nella gestione del risarcimento. Quale delle due fazioni predominerà?
Abbiamo avuto questa discussione molte volte, anche con le assicurazioni. Loro hanno avuto un periodo difficile negli ultimi anni e devono risparmiare sui costi. Ma quello che vediamo è che c’è una maggiore apertura da parte delle assicurazioni a capire il contesto.
Oggi le compagnie hanno chiaro che con le ultime tecnologie e i cambiamenti sulle auto non è più possibile comprimere al massimo i costi per la riparazione e avere al contempo una riparazione di qualità, perché poi il problema lo ha il proprio cliente. Le assicurazioni, quindi, avranno sempre più bisogno di partnership e probabilmente ne avranno bisogno anche le carrozzerie che dovranno sostenere investimenti davvero importanti.

Nonostante questa visione però, credo che il vero elemento che costituirà un punto di svolta per il mercato sarà l’ingresso delle le stesse case auto nel mondo dell’assicurazioni.
I veicoli stanno diventando dei prodotti tecnologici, guidati da software, dati e tecnologia, ragion per cui il conducente è sempre meno responsabile di ciò che accade nella conduzione del mezzo. Probabilmente l’assicurazione si trasformerà da un’assicurazione sulla persona in una sul prodotto auto. La casa automobilistica possiede il prodotto e la tecnologia per cui tutti i segnali indicano che si muoveranno verso un'assicurazione del proprio prodotto.

Negli Stati Uniti abbiamo avuto come relatore Andrew Rose che è il presidente di OnStar Insurance, una compagnia di proprietà di General Motors Financial e loro sono stati molto chiari sulla loro visione futura, che è quella di servire i propri clienti con una esperienza globale: dall’auto all’assicurazione e tutto quello di cui il cliente ha bisogno per tutto il ciclo di vita del suo mezzo.
Io penso che questo trend continuerà e molti seguiranno questo esempio lanciato da GM.
Non possiamo dire in quanto tempo questa previsione diventerà realtà, ma credo sia molto chiaro che la direzione è questa.
 
E per quanto riguarda le flotte?
Sta cambiando l’approccio alla mobilità e questo è un altro trend fondamentale. Il perché dipende da tanti fattori: dalla pressione economica all’inflazione, ma anche dal cambiamento dello stile di vita. Tutto indica che le persone tendono a mettere in discussione l’utilizzo delle proprie risorse selezionando le priorità.
Oggi l’auto non è la priorità, lo è la mobilità. Io per esempio ho tre figlie maggiorenni e nessuna ha la patente. Ai miei tempi sarebbe stato impensabile, mentre loro hanno Uber e non hanno bisogno di altre soluzioni di mobilità. In tutto questo cresce il car sharing e la formula del noleggio invece dell’acquisto.

Tornando al discorso precedente, quindi, l’auto sarà sempre molto meno legata alla persona e sempre più a qualcosa di “altro”. Anche per la flotta quindi valgono le stesse considerazioni: magari la flotta auto assicurerà i propri mezzi, ma le dinamiche potrebbero ancora cambiare anche in questo senso.

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Tags: assicurazioni carrozzeria flotte IBIS

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